In questo articolo la dottoressa Marina Faccio ci parla di rizoartrosi, l’artrosi degenerativa che colpisce la base del pollice.
La rizoartrosi è un processo degenerativo che colpisce l’articolazione trapezio-metacarpale alla radice del pollice (in greco Rhizos significa radice).
In pratica si tratta di artrosi degenerativa della cartilagine articolare, un processo di erosione che piano piano crea attrito fra le ossa. L’articolazione trapezio-metacarpale è quella più colpita da artrosi nella mano, poiché la più utilizzata, date le sue caratteristiche anatomiche che ne consentono una grande mobilità su tutti i piani (movimento di opposizione).
La rizoartrosi interessa generalmente individui di età compresa tra i 40 e i 50 anni; colpisce più frequentemente le donne rispetto agli uomini (1:3 versus 1:8); oltre a fattori ormonali (menopausa) e genetici di predisposizione, vi sono alcune attività che predispongono ad un’artrosi precoce, come ad esempio quelle che comportano l’uso continuo di forbici (parrucchieri, giardinieri, sarti..).
L’artrosi degenerativa che colpisce la base del pollice può essere favorita anche da traumi pregressi: in questo caso si parla di artrosi post-traumatica.
Il primo sintomo è il dolore che aumenta durante le attività che comportano i movimenti cosiddetti di presa e di pinza, come capita in alcune attività quotidiane, come lo svitare i barattoli, girare le chiavi, aprire le portiere delle macchine… Con il progredire della patologia il dolore diventa sempre più invalidante e continuo e può essere accompagnato da scrosci articolari durante i movimenti; nei casi più avanzati sopraggiunge la deformità ossea: il movimento diviene sempre più ridotto e il pollice assume una forma a Zeta, per compensare la perdita di mobilità.
La diagnosi si basa sull’esame obiettivo eseguito dallo specialista in sede ambulatoriale e sulla valutazione delle radiografie dall’articolazione trapezio-metacarpale, che hanno lo scopo di permettere la stadiazione (quindi la gravità) del processo artrosico.
Nelle fase iniziali il dolore può essere controllato con l’utilizzo di tutori custom-made, confezionati dal terapista su misura, che, la notte e durante gli sforzi giornalieri, serve a mantenere il pollice in posizione corretta; si può inoltre associare una terapia anti-infiammatoria locale (cerotti) e ghiaccio a cicli.
Quando il dolore non permette più di effettuare le normali attività quotidiane e la funzionalità è compromessa, è indicato l’intervento chirurgico che consiste nell’asportazione dell’osso malato (trapezio), ormai non più recuperabile, e nella ricostruzione dell’articolazione, con una tecnica di sospensione tendinea. Tale chirurgia permette di mantenere un buon movimento del pollice, senza dolore.
Per il recupero della funzionalità del 1° dito è necessario, dopo l’intervento, un adeguato percorso riabilitativo specialistico.