Simona Massetti, fisioterapista Symcro, ci parla dell’importanza della riabilitazione nella lussazione di spalla, una lesione molto frequente tra gli sportivi.

La spalla è un’articolazione estremamente complicata perché formata dall’unione di più articolazioni. La principale è la Gleno omerale che mette in relazione la testa dell’omero con la cavità glenoidea della scapola. Il fatto di avere più articolazioni correlate da molti muscoli fa si che la spalla sia l’articolazione più mobile del corpo umano.
Avremo un maggior numero di movimenti nella spalla rispetto un’altra struttura e ciò la rende più instabile. Grazie alla struttura anatomica della cuffia dei rotatori che avvolge la spalla avremo una perfetta stabilità.
Parleremo di lussazione di spalla quando in seguito ad un trauma o un movimento brusco avverrà la fuoriuscita della testa dell’omero dalla sua cavità.
Si hanno due tipi di lussazione: la lussazione anteriore, che è la più frequente (il 95% dei casi maggiormente nelle persone giovani e attive) e la lussazione posteriore, meno frequente e più complicata da trattare. Molto spesso, associata alla lussazione abbiamo lesioni di tendini, legamenti o ossa. Nella maggior parte dei casi abbiamo il distacco del labbro glenoideo (lesione di bankart), spesso trattata chirurgicamente.

La lussazione è una lesione frequente negli sportivi (baseball, rugby, calcio, ect). In seguito al trauma si ha una fuoriuscita della spalla, in caso di lassità legamentosa o recidive basta un movimento brusco, come uno starnuto o spostamento del braccio, per fare uscire la spalla
Il paziente presenta impossibilità di movimento, deformità e dolore. La diagnosi è immediata dato che il danno è visibile ad occhio nudo. Fondamentale sarà una radiografia, per vedere eventuali complicanze ed il posizionamento della testa dell’omero. Sarà fondamentale un intervento tempestivo di riposizionamento della spalla, effettuato da un chirurgo specializzato nell’arto superiore. Successivamente, il paziente verrà immobilizzato con un tutore con braccio addotto ed intraruotato per almeno due settimane.
Fondamentale sarà un piano riabilitativo di esercizi svolti a potenziare la muscolatura.
La fisioterapia sarà differenziata in base all’età del paziente, alla gravità della lussazione e alle complicanze annesse.
Nel primo periodo verranno evitate mobilizzazioni in abduzione e rotazione esterna per evitare recidive.
Si ricorrerà alla chirurgia in artroscopia dopo un numero maggiore di tre recidive o in caso di complicanze sul labbro glenoideo e tendini. Post fisioterapia, il paziente riprende un attività regolare.
A differenza del trattamento conservativo dove il paziente inizia la fisioterapia dopo due settimane, nel post intervento iniziamo dopo 3/4 settimane .
La riabilitazione servirà a prevenire la formazione di aderenze, controllare il dolore, recuperare il rom e la forza fino ad un recupero totale di tutte le attività anche sportive.